«Respingere coloro i quali cercano di raggiungere l’Italia significa ricacciarli sulle sponde africane lungo le strade della fame e della morte che già conoscevano». Severo richiamo dei vescovi italiani contro la «politica dei respingimenti» varata dal governo.
Immigrazione, appello dei vescovi “No alla cacciata e all’apartheid”
La Repubblica, 21.05.2009
CITTÀ DEL VATICANO — «Respingere coloro i quali cercano di raggiungere l’Italia significa ricacciarli sulle sponde africane lungo le strade della fame e della morte che già conoscevano». Nuovo severo richiamo dei vescovi italiani contro la «politica dei respingimenti» varata dal governo italiano. Richiamo a cui fa eco, con analoghe critiche, anche il settimanale Famiglia Cristiana — in un editoriale nel numero oggi in edicola — che nel criticare i recenti provvedimenti legislativi in materia di immigrati lancia l’allarme per la «deriva xenofoba» in cui sta scivolando il nostro paese e accusa quanti in Parlamento hanno fatto del «migrante un nemico per un pugno di voti in più». La nuova critica ai «respingimenti » — in perfetta sintonia con quanto già denunciato sullo stesso tema nei giorni scorsi dal vescovo Agostino Marchetto, segretario del Pontificio consiglio per i migranti — arriva da un editoriale pubblicato dall’ultimo numero del Sir (Servizio informazione religiosa), l’agenzia stampa della Conferenza episcopale italiana. Ne è autore monsignor Arrigo Miglio, vescovo di Ivrea e presidente della Commissione Cei per i problemi sociali e del lavoro, che bolla anche come «inedito apartheid» la recente idea leghista di riservare a Milano tram solo per italiani. «I naufraghi del mare di questi giorni — scrive tra l’altro il vescovo — con i loro stracci e i loro occhi ci interrogano sulla nostra “crisi” e sulle nostre pubblicità tese a farci consumare di più e di tutto… non tutti erano bisognosi di asilo, non tutti santi, ma poveri lo sono di certo e sono stati cacciati come fu respinto Cristo». Per il settimanale Famiglia Cristiana «il reato di clandestinità » introdotto dal decreto sicurezza «crea le condizioni perché i migranti vengano messi fuori dal consorzio umano», e spinge l’Italia verso una «pericolosa deriva xenofoba» che deve «preoccupare tutti, i cattolici in particolare», invitati ad essere più solidali ed attenti verso gli immigrati. «L’indifferenza e il gelo della chiusura — avverte infatti il periodico paolino — soffiano anche nelle parrocchie. Possibile che i cattolici facciano prevalere la paura e un “pacchetto propaganda” sui princìpi evangelici?». Ed ancora: «Con il voto di fiducia sul pacchetto sicurezza il Parlamento è stato espropriato della libertà di coscienza su un tema molto delicato che riguarda la vita di uomini, donne e bambini» respinti verso la Libia, «ignorando i più elementari diritti d’asilo di chi fugge da guerra, tortura e, spesso, da una condanna a morte». Intanto, ieri sera, il cardinale di Milano Dionigi Tettamanzi, alla trasmissione di Raitre Che tempo che fa di Fabio Fazio si è augurato che «la politica sugli immigrati non ceda alla paura», ma si faccia invece «promotrice di progetti grandiosi» a favore di quanti «chiedono solo di essere aiutati. (ORAZIO LA ROCCA)