Si è tenuta, in data 17 novembre 2020, la riunione convocata dall’Assessorato Regionale alla Sanità a seguito della richiesta di incontro urgente avanzata congiuntamente dalle Associazioni della cooperazione sociale Legacoop-Legacoopsociali, Federsolidarietà–Confcooperative e Agci-Solidarietà e dalle Organizzazioni sindacali FP – CGIL, FP – Cisl e UIL – FP della Sardegna.
La riunione ha avuto per oggetto le criticità segnalate e le proposte avanzate, in tutti questi mesi, e in particolare nelle lettere inviate il 4 e 11 novembre, in merito alla situazione emergenziale nelle strutture residenziali per anziani e nei servizi di assistenza domiciliare territoriali.
Le principali questioni oggetto del confronto sono state le seguenti:
-mancata realizzazione di una diffusa attività di screening diretta agli operatori, alle operatrici e ospiti delle strutture residenziali e disapplicazione delle misure previste dalla Delibera n.35/34 dello scorso 9 luglio 2020;
-il ritardo delle USCA nell’intervenire e prendere in carico gli anziani con sintomi riconducibili a Covid-19 ospitati nelle strutture e nel proprio domicilio;
-la difficoltà ad avere tempestivamente i tamponi per gli operatori e le operatrici con sintomi e per gli ospiti nelle fasi di ingresso in struttura o al loro rientro da visite mediche esterne;
-la irraggiungibilità di molti medici di famiglia per monitorare lo stato di salute dei pazienti ospitati nelle strutture;
-la messa a disposizione dei differenti dispositivi di protezione individuali (DPI), necessari a garantire l’operatività delle strutture e dei servizi erogati a domicilio per le persone più fragili, anziani in testa;
-le sempre più diffuse richieste da parte dei Comuni e degli ambiti Plus ad attivare, per i ritardi del sistema sanitario regionale,il servizio di assistenza domiciliare a persone, anziane e non, che presentano sintomatologia da contagio Covid-19;
-la necessità di dare adeguata formazione agli operatori e alle operatrici comunque impegnati nel supporto agli anziani e ai soggetti che presentano sintomatologia da contagio del Covid-19;
-garantire una effettiva e costante presenza dei servizi socio-sanitari e dei servizi dedicati di assistenza domiciliare integrata a supporto delle strutture residenziali per anziani che registrano la presenza di soggetti contagiati da Covid-19;
-la necessità di definire procedure, individuare mezzi e risorse per riorganizzare una efficace rete di supporto territoriale alle persone e ai nuclei familiari colpiti dal Covid-19, garantendo un circuito assistenziale differenziato e rigoroso sotto il profilo della sicurezza per gli operatori e il resto della comunità.
L’incontro, che pure ha visto la positiva partecipazione dei rappresentanti dell’ANCI Sardegna, della Protezione Civile Regionale, delle Direzioni dell’Assessorato alla Sanità e alle Politiche Sociali, non ha portato a decisioni e impegni sostanziali, certi e definiti, stante anche l’assenza dell’Assessore alla Sanità dott. Mario Nieddu impegnato in un’altra riunione istituzionale.
Da questo punto di vista, pur apprezzando lo svolgimento dell’incontro, rimane la nostra insoddisfazione e forte preoccupazione circa la possibilità di dare tempestive risposte alle criticità ed esigenze segnalate.
Infatti, anche i chiarimenti che su alcuni punti sono stati forniti necessitano di una formalizzazione e ufficiale diffusione esterna affinché producano le necessarie conseguenze operative nel territorio e nella erogazione dei servizi.
Pertanto, ci aspettiamo che, coerentemente alle dichiarazioni fatte, si dia tempestivo seguito ai seguenti punti, ampiamente condivisi tra tutti i partecipanti:
– I servizi di supporto alle persone vittime di contagio da Covid19, seppure a domicilio, non possono essere destinatarie di prestazioni erogate dai servizi di assistenza domiciliare socio assistenziali, che non dispongono, per loro profilo, del personale adeguato a tale assistenza. Ci aspettiamo una immediata circolare in merito che chiarisca a tutti i comuni della Sardegna e agli uffici dei servizi sociali che tali prestazioni non possono essere richieste alle cooperative sociali impegnate nella gestione dell’AD comunale insieme alla chiara indicazione dei riferimenti territoriali ai quali indirizzare e gestire le necessità.
– Si potenzino le Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziali) e i servizi di CDI (Cure Domiciliari Integrate)specificamente dedicati alle persone colpite dal virus, come stabilito dalla Delibera di Giunta Regionale N. 17/10 del 01.04.2020 avente per Oggetto “Emergenza Covid-19. Riorganizzazione delle attività assistenziali ospedaliere e territoriali”, con particolare attenzione a dare copertura alle necessità delle persone più deboli e anziane ospitate nelle strutture per anziani o abitanti nel proprio domicilio.
– Si attivi una diffusa e capillare azione di screening nei confronti degli operatori, delle operatrici e degli ospiti delle strutture residenziali, per anziani e non, anche richiedendo l’impegno diretto delle strutture e risorse umane del Ministero della Difesa, garantendo la periodicità dei controlli nell’arco del tempo sulla base dell’andamento epidemiologico.
– Si assicuri, tramite la Protezione Civile Regionale, la dotazione dei dispositivi di protezione individuale necessari a mettere in sicurezza gli operatori e alle operatrici dei servizi dedicati di assistenza domiciliare e nelle strutture residenziali, così come previsto dal D.L. 19 maggio 2020, n. 34 e convertito nella Legge 17 luglio 2020, n. 77. A tal fine si deve giungere ad una mappatura completa delle strutture operative sul territorio e si devono costruire procedure certe per la consegna dei materiali di protezione.
– Si potenzino e si promuovano in maniera coordinata con le strutture dell’ATS le azioni di formazione e addestramento del personale, pubblico e privato, impegnato nei diversi punti della rete a fronteggiare l’emergenza.
Altre questioni che riteniamo necessario approfondire, assumendo conseguenti decisioni coerenti, nella massima urgenza, sono relative:
– all’opportunità di mantenere o meno presso le comunità alloggio e le strutture integrate per anziani le persone che risultano positive al virus; o se non sia necessario ripensare al potenziamento degli “Hotel Covid” sul territorio anche tramite una diversa collaborazione tra tali strutture e il personale delle Usca o le stesse competenze professionali della cooperazione sociale. Il tutto tenendo innanzitutto conto delle reali condizioni di autonomia dei pazienti e dell’umanizzazione delle cure, nonché delle responsabilità civili e penali dei rappresentanti legali gestori delle strutturestesse.
– all’attivazione di una sede di coordinamento operativo più stretto tra le diverse parti del sistema impegnato nell’emergenza e la rete dei servizi territoriali, sanitari e socio assistenziali; ciò per valutare in tempo reale l’adeguatezza del sistema complessivo all’evolversi della pandemia.
Sulla base di questi elementi e delle conseguenti azioni che si porranno coerentemente in essere potremo valutare l’effettiva assunzione di responsabilità sulle questioni sollevate.
Da questa responsabilità, che per la parte che ci compete assumiamo fino in fondo, ne va della capacità di tenuta del nostro sistema sociale, oltre che economico; ma anche l’opportunità di provare a ricostruire un patto solidale e di fiducia tra cittadini e istituzioni gravemente e ulteriormente compromesso dall’incertezza e dall’insicurezza che segna questa emergenza.
Per questo ci riserviamo di promuovere, con la forza e determinazione necessaria, con gli strumenti che ci sono propri, tutte quelle iniziative utili a far crescere la consapevolezza della drammatica situazione che stiamo affrontando, ma sempre quali soggetti impegnati nella positiva ricerca di soluzioni per il bene comune della nostra comunità regionale.